Albrecht Dürer, Il cavaliere, la morte e il diavolo (1513, Karlsruhe)
Presentazione del sito
a cura di Carlo Sini
Edmund Husserl teneva nel suo studio la riproduzione di una stampa di Albrecht Dürer: Il cavaliere, la morte e il diavolo, un’immagine cui era molto affezionato. Vi leggeva una interpretazione simbolica del compito della filosofia e in particolare della sua: la fenomenologia. Il cavaliere, il volto contratto, lo sguardo teso avanti a sé, non si fa spaventare né distrarre per la presenza della morte e del diavolo che gli compaiono accanto nel cammino. Distruzione e follia non lo arrestano, il cavaliere sa che ogni cammino ha i suoi fantasmi. Sotto il cavallo lo segue il cane fedele: anche lui procede imperterrito e veloce, senza guardarsi intorno. Nel proporre quell’immagine come primo viatico e come sigillo per questo Archivio digitale ho pensato di partecipare anch’io al cammino e alla scena, identificandomi con la figura del cane di Husserl.
L’«Archivio Carlo Sini» è una creazione di Florinda Cambria. Fu lei a idearlo una quindicina di anni fa, tracciandone la struttura e gli intenti, con l’aiuto prezioso di alcuni amici che la supportarono nel reperimento dei materiali audio-video e con il fondamentale ausilio di Teseo Parolini nella realizzazione tecnica del sito nella sua primitiva versione. Per parte mia approvai l’impostazione e, da allora, ne sono stato di fatto un semplice frequentatore, invero molto occasionale. Sebbene tale, cerco di dire ora la mia sul senso di questo rinnovato, integrato, aggiornato Archivio – e sulla nozione stessa di «archivio» in generale.
Come raccolta dei resti e delle tracce della vita ogni archivio riposa, ai miei occhi, sul paradosso di dover necessariamente contenere anche sé stesso, di essere cioè, a sua volta, un resto che dovrebbe figurare tra i resti di cui è la raccolta, in un rinvio infinito e inarrestabile. Paradosso che poggia sulle ambigue nozioni dell’inizio e della fine: perché l’inizio è sempre già iniziato e, per un verso, è già sempre qui o è sempre ogni volta a partire da qui; mentre la fine non mi compete, è affidata agli altri, cioè agli eventuali costruttori del mio archivio, della raccolta e della memoria dei miei segni, reale o immaginaria. Paradossi che sconcertano il senso comune e aprono però l’accesso alla filosofia.
Ricordo che un volume delle mie Opere, curate da Florinda Cambria per la casa editrice Jaca Book, si intitola «Spinoza o l’archivio del sapere» (unico riferimento esplicito a un filosofo in tutte le copertine delle Opere), dove è lecito e anzi opportuno chiedersi: si tratta della vita di Spinoza o della mia? O, in modo ambiguo, di entrambe? O ancora della nostra, cioè della vostra? Vorrei che nel segno e nella salvaguardia di questa ambiguità si aprisse la consultazione di questo mio Archivio.
Esso si compone di stampe, manoscritti, registrazioni e figure. Si preoccupa, ad esempio, della salvaguardia di libri esauriti e fuori commercio, di cui non sia prevista la nuova pubblicazione nel piano delle mie Opere presso Jaca Book; raccoglie articoli e traduzioni difficilmente reperibili, dispense universitarie, fogli preparatori per i corsi di lezioni e per conferenze; presenta anche molte registrazioni audio e video occasionali: una raccolta varia che variamente testimonia del mio lavoro pubblico negli anni. Molti dei materiali costituiscono una cornice e un complemento all’impresa editoriale delle Opere, avviata nel 2012, giunta nel 2024 al suo decimo tomo e tutt’ora in corso.
Il mio personale auspicio è che i frequentatori dell’Archivio siano in tutti i sensi dei «ricercatori», non dei curiosi in cerca di scoperte sensazionali o dei perditempo di cui catturare l’attenzione a ogni costo. A questo fine confido che l’atmosfera, forse un po’ austera, che si respira entrando nell’Archivio e incontrando i suoi materiali sia sufficiente a tenere lontani gli sfaccendati, gli eruditi solerti, gli impazienti in cerca di scorciatoie e così via. Utile sarà l’Archivio a chi intenda soggiornarvi per incontrarvi una reale esperienza, senza preoccuparsi dell’apparente inconcludenza del tempo perduto e poi magari ritrovato: solo costoro saranno soddisfatti dell’occasione che viene loro offerta. Sarà come perdersi e ritrovarsi, intraprendendo un viaggio verso sé stessi, noi che siamo a noi stessi – disse Nietzsche – massimamente ignoti.
I materiali che, già nella sua versione originaria e poi nel corso degli anni, l’Archivio ha raccolto e reso disponibili alla libera consultazione costituiscono una esemplarità di come si può procedere nel costruire la teoria filosofica («la prassi teorica», diceva Husserl). Il filosofo è un animale antico, la sua genealogia è complessa ed è sempre di nuovo in questione: nessun «metodo», diceva Hegel. La sua figura è ambigua e la sua ambigua nascita ha dato vita a un parto eccezionale e a eccezionali figure. Certamente il filosofo è legato al sapere: quello che si sa di sapere, quello che non si sa di non sapere, quello che non si sa di sapere. Labirinto cretese senza via d’uscita, perché riposa su un fondo mobile paradossale. Qui il sapere insegna contemporaneamente che di sapere ce n’è sempre abbastanza per diventare umani, ma mai abbastanza per sopravvivere. Il filosofo è un animale doppio: non manca mai di mettere in scena la parola, di affidare ai discorsi e alle proprie storie i suoi messaggi, perché la filosofia nasce dalla vita, non dai libri, disse Husserl. Però si diffonde e prospera grazie all’alfabeto e ai testi di scrittura. E così i testi dei filosofi sono sempre, ai miei occhi, stazioni provvisorie, isole emerse dall’oceano, isole di un arcipelago sommerso che a tratti affiora e lascia suggerire un disegno di terre, il sogno di un approdo e l’eco di un nome: forse Siracusa. È questa intrinseca relazione di elementi, è questo intreccio multiplo che l’Archivio, con i suoi materiali, lascia anzitutto emergere: questo è un punto ai miei occhi essenziale.
Oggi però, grazie allo straordinario lavoro archivistico e insieme filosofico di Cristian Bonomi, sono felice di inaugurare qui una nuova sistemazione e rielaborazione dei materiali dell’Archivio, che ha il suo centro prospettico nella nozione (liberamente ripresa da Peirce) di «foglio-mondo»: un foglio, un supporto di tracce e di scritture, che sogna di essere il mondo e di rinchiudere idealmente e potenzialmente il tutto in una parte. Un intero volume delle mie Opere, il terzo, è dedicato al «foglio-mondo», che non è una «cosa», ma una esperienza e, come tale, non impegna la semplice lettura. Il foglio-mondo (così ho inteso, mentre vi lavoravo, una gran parte dei miei manoscritti) va contemplato, esaminato e interrogato, va tenuto in mano avanti a sé, ispezionato e percorso nei suoi elementi, nei suoi eventi di scrittura e di figura. Una fruizione che ricostruisce liberamente e creativamente il senso, la direzione, lo svolgersi temporale del cammino; ma anche, contemporaneamente, il suo spazio di multipla e simultanea esibizione e diffusione.
Al manoscritto, così inteso e abbozzato, essenzialmente ci si espone, imbarcandosi sulla nave di Telemaco: ricercatori dell’origine perduta e di una mappa salvifica e promotrice della buona fine, peraltro mai attuale. Ogni fruitore, ogni «ricercatore» deve intraprendere il cammino da sé; ovvero è implicitamente invitato a riconfigurare da sé ogni volta, liberamente, la mappa, accompagnato e stimolato da suggestioni ambigue e dubbiose, da segni multisenso che possono perdere e ritrovare il viandante: solo lui saprà dove è arrivato, salvo dover ancora e sempre ripartire alla ricerca indefinita dell’ultima Thule.
Fondamentale per questa esperienza è l’inserimento, tra i materiali dell’Archivio nella sua nuova veste, della «Vita di Spinoza», un corpus di oltre cinquecento manoscritti raccolti in una sezione dedicata e suddivisi in quelli che ho chiamato «Fogli girasole» e «Cartigli». Dalla serie di questi manoscritti sono tratte le icone che, recando problematici messaggi, in parte oscuri, introducono emblematicamente le sezioni di questo Archivio, spazio da me inteso come luogo di un’essenziale metamorfosi.
Il corpus «Vita di Spinoza» è concepito come il grande labirinto e poi come l’archivio della vita in cui ognuno, nascendo, si è perduto e va alla ricerca del proprio Minotauro per non farsi divorare: attratto al centro del suo gorgo, spera di oltrepassarlo indenne, confidando nell’aiuto di Arianna e nelle pericolose, ma infine indispensabili, arti di Dedalo. Qui ogni figura non è una semplice e ingenua illustrazione: è un concentrato di sensi che si intrecciano via via stimolando l’interpretazione, sorreggendola e ogni volta sfuggendole. Le figure ritornano, suggeriscono memorie e oblii, aprono il varco a nuove ipotesi meramente transitorie e nondimeno necessarie per il cammino.
Il cammino sogna, imperterrito, liberazioni e approdi e ripari sicuri: è per tutti difficile comprendere che essere esposti nell’aperto – come diceva Rilke – è il nostro modo di vivere il sapere, il nostro modo umano di essere sempre custoditi e perciò insieme arrischiati nell’abisso. Proprio il nostro diventare ed essere «proprietari» prima o poi ci espone alla perdita. Il tuo dominio, il tuo rifugio è un affidamento, una stazione provvisoria.
Accogliere questo Archivio come occasione ripetuta e rifratta in ogni fruitore consapevole equivale a trasformare, ogni volta, le sue morte spoglie in una occasione di rinascita: sapere della vita e vita del sapere, che si riaccende allo sguardo e all’attenzione in questo angolo di mondo; fuoco, diceva Eraclito, che illumina la notte.
Guida alla consultazione
a firma dei curatori dell’Archivio Carlo Sini
Integralmente riorganizzato nel 2025 ad opera dei curatori Cristian Bonomi e Florinda Cambria in collaborazione con i webdesigner di Studio Punctum, l’Archivio Carlo Sini costituisce oggi la più completa risorsa digitale, ad accesso completamente libero e gratuito, per studiose e studiosi della filosofia, della produzione culturale e della figura pubblica di Carlo Sini. L’Archivio viene annualmente aggiornato e integrato dai curatori con la supervisione del filosofo, che ne è titolare e ne approva la struttura e i contenuti. Ogni indebito utilizzo di tali contenuti (ad esempio la loro divulgazione e ricollocazione senza il consenso del titolare e dei curatori incaricati) è da ritenersi fraudolento.
Approfondisci
Biografia
Approvata dal filosofo, la presente biografia è estratta da C. Bonomi, Origine e destino. La filosofia di Carlo Sini, Jaca Book, Milano 2023, pp. 7-15. In approfondimento al tema si raccomanda la lettura di C. Sini, Filosofia e memoria. La vita come scrittura, il Saggiatore, Milano 2025, pp. 17-200, che contiene Infanzia e giovinezza di un filosofo. Appunti per un’autobiografia, testo redatto dal filosofo nel 2009.
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Bibliografia
Questa sezione del sito elenca per ordine cronologico tutte le pubblicazioni edite a firma di Carlo Sini, organizzate in due diverse modalità. La sottostante Bibliografia interattiva consente di consultare e scaricare la scansione dei titoli fuori catalogo (raccolti nella sezione Pubblicazioni) e, in alcuni casi, di approfondire la navigazione accedendo a materiali connessi al titolo a stampa (manoscritti preparatori, ulteriori pubblicazioni, registrazioni audio e video). È inoltre possibile scaricare la Bibliografia completa (pensata per le consultazioni a scopo di studio), il cui file viene aggiornato e aggiornato annualmente per consentire uno sguardo panoramico e ordinato sugli scritti pubblicati dal filosofo.
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Vita di Spinoza
Su appunti risalenti almeno all’estate 1989, Carlo Sini matura il poema filosofico Vita di Spinoza già lungo l’anno sabbatico 1990-1991, sviluppandolo dal 2004 al 2015 in oltre 500 tavole di grande formato scritte a penna e illustrate ad acquarello. Questa sezione del sito rende disponibili in scansione digitale tali tavole di grande formato. Per felice intuizione di Florinda Cambria, il filosofo chiama fogli girasole i formati da 35 x 50 centimetri su carta gialla, cartigli quelli da 29 x 42 centimetri su carta bianca, che ne costituiscono una versione contratta, ripercorsa, autobiografica, istituendo così una pulsazione di ritorno fra le due tipologie.
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Pubblicazioni
In rinvio alla Bibliografia dell’Archivio Carlo Sini, la sezione Pubblicazioni propone in versione digitale gli scritti pubblicati dal filosofo che oggi risultano fuori catalogo o di difficile reperimento. Tali scritti sono qui raccolti in ordine cronologico e suddivisi in quattro diverse tipologie: Libri, Articoli, Dispense e Traduzioni.
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Inediti
Sotto il titolo di Inediti, il sito offre in ordine cronologico materiali manoscritti, dattiloscritti e spesso illustrati da Carlo Sini non pervenuti in questa forma – salvo rare eccezioni – a edizione cartacea. Il contenuto di Inediti si sviluppa in due sezioni. La prima sezione, titolata Manoscritti, contiene appunti, corredi, Cartigli e Considerazioni rispettivamente pertinenti: ai Corsi accademici tenuti presso l’Università degli Studi di Milano (prima sottosezione), ai Seminari di Filosofia tenuti nella stessa città presso Mechrí / Laboratorio di Filosofia e Cultura (seconda sottosezione), ad altri pubblici interventi tenuti dal filosofo in sede di lezioni, conferenze o seminari in più incontri (terza sottosezione). La seconda sezione di Inediti, titolata Scritti non pubblicati, contiene infine la Tesi di laurea del filosofo e altri tre testi mai dati alle stampe.
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Fondo cartaceo – Inventario
Il portale on-line dell’Archivio Carlo Sini permette di consultare in scansione digitale la buona parte dei materiali presenti nell’Archivio cartaceo Carlo Sini, ma non la loro totalità. Allo scopo di restituire questa totalità, la sezione Archivio cartaceo – Inventario rende disponibile l’Inventario completo dell’Archivio cartaceo Carlo Sini, riordinato nel 2022 da Cristian Bonomi e oggi allocato presso il «Centro Internazionale Insubrico Carlo Cattaneo e Giulio Preti» dell’Università degli Studi dell’Insubria (Varese). In coda alle carte d’archivio, raccolte da Florinda Cambria a partire dal 2012 in concomitanza con l’esordita pubblicazione delle Opere presso Jaca Book, l’Inventario compila anche i titoli di 32 Tesi di laurea dedicate al pensiero siniano. L’Inventario qui presentato è estratto dal libro di Cristian Bonomi, Archivio Carlo Sini. Inventario, pubblicato nel 2023 da Mimesis (Milano-Udine) con il contributo del Dipartimento di Studi Storici e del Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano.
Per chiarimenti e consultazioni a scopo di ricerca sul materiale cartaceo non ancora disponibile on-line, la sezione Contatti consente di scrivere non al prof. Carlo Sini, ma ai curatori cui il filosofo ha affidato il proprio Archivio.

Audio
Il portale on-line dell’Archivio Carlo Sini permette di consultare in scansione digitale la buona parte dei materiali presenti nell’Archivio cartaceo Carlo Sini, ma non la loro totalità. Allo scopo di restituire questa totalità, la sezione Archivio cartaceo – Inventario rende disponibile l’Inventario completo dell’Archivio cartaceo Carlo Sini, riordinato nel 2022 da Cristian Bonomi e oggi allocato presso il «Centro Internazionale Insubrico Carlo Cattaneo e Giulio Preti» dell’Università degli Studi dell’Insubria (Varese). In coda alle carte d’archivio, raccolte da Florinda Cambria a partire dal 2012 in concomitanza con l’esordita pubblicazione delle Opere presso Jaca Book, l’Inventario compila anche i titoli di 32 Tesi di laurea dedicate al pensiero siniano. L’Inventario qui presentato è estratto dal libro di Cristian Bonomi, Archivio Carlo Sini. Inventario, pubblicato nel 2023 da Mimesis (Milano-Udine) con il contributo del Dipartimento di Studi Storici e del Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano.
Per chiarimenti e consultazioni a scopo di ricerca sul materiale cartaceo non ancora disponibile on-line, la sezione Contatti consente di scrivere non al prof. Carlo Sini, ma ai curatori cui il filosofo ha affidato il proprio Archivio.

Video
Le registrazioni Video rappresentano un materiale ancora più proliferante delle registrazioni Audio. I video hanno provenienza molto eterogenea, ma non si riferiscono mai ai corsi universitari, disponibili solo in registrazione audio. È difficile censire la mantenuta disponibilità e la dichiarata provenienza dei video, spesso caricati su piattaforme digitali non accreditate da Carlo Sini. Per questa ragione, la presente sezione non si propone di raccogliere tutte le registrazioni video disponibili on-line, ma solo di ordinarne cronologicamente una parte rilevante, organizzata in due sottosezioni (Seminari e Conferenze), secondo l’occasione in cui sono state eseguite.
Consulta
«La parte maledetta.
Viaggio ai confini del teatro. Carlo Sini»
Regia di Clemente Tafuri e David Beronio, 2021
Teatro Akropolis
Siti amici
Di seguito si rinvia ai siti web di Enti e Organizzazioni i cui interessi culturali sono, a vario titolo, direttamente collegati o ispirati alla filosofia di Carlo Sini, al suo magistero, alle sue pubblicazioni e al suo attuale lavoro di ricerca.
- Mechrí, Laboratorio di Filosofia e Cultura
- Dipartimento di Filosofia, Università di Milano
- Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, Università dell’Insubria
- Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti”
- Nóema – Rivista on line di Filosofia
- Il Pensiero – Rivista di Filosofia
- PragmaLab. Peirce, Pragmatismo e Filosofia delle Pratiche
- European Journal of Pragmatism and American Philosophy
- Teatro Akropolis
- Jaca Book
Contatti
L’archivio cartaceo è oggi allocato presso il Centro Internazionale Insubrico «Carlo Cattaneo e Giulio Preti» dell’Università degli Studi dell’Insubria (Varese).
I materiali depositati nell’Archivio on line di Carlo Sini (testi, video, audio-registrazioni ecc.) possono essere condivisi mediante canali telematici e non, nel rispetto della direttiva UE 219/790 del 17/04/2019. Per la tutela del patrimonio archivistico, si richiede di segnalare sempre la fonte dei materiali condivisi, indicando espressamente il link alla relativa pagina dell’Archivio on line e la data di consultazione.
Per chiarimenti e consultazioni a scopo di ricerca sul materiale cartaceo non ancora scansionato o sul materiale già on line, la sezione Contatti consente di scrivere non al prof. Carlo Sini ma ai curatori cui il filosofo ha affidato il proprio Archivio.